Lavoro: crescono i contratti a tempo indeterminato, +24,6% rispetto al 2014

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Per la prima volta da lungo tempo cresce il numero di contratti a tempo indeterminato: che sia davvero l’effetto delle nuove norme in materia di licenziamenti?

Nel primo trimestre 2015 in Italia sono stati avviati quasi 77mila contratti di lavoro a tempo indeterminato in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un incremento del 24,6%. In particolare nei primi tre mesi del 2015 le assunzioni complessive a tempo indeterminato sono state 552.665 a fronte di 475.854 cessazioni. A certificarlo è lo stesso Ministero del Lavoro, rendendo noti i dati relativi agli avviamenti: si tratta delle comunicazioni che ogni azienda deve fare, all’atto dell’assunzione di un nuovo lavoratore, al centro per l’impiego di riferimento.

Dati incontrovertibili insomma, non indagini statistiche. Che siano gli effetti dell’approvazione delle nuove norme in materia di licenziamenti – che il Governo ha chiamato contratto a tutele crescenti – è fin troppo facile affermarlo. Nel primo trimestre dell’anno sono stati registrati 2.578.057 nuovi contratti di lavoro a fronte di 1.967.604 cessazioni di rapporti di lavoro, con un saldo attivo di 610.453.

In quali settori si è registrato l’incremento degli avviamenti? Secondo i dati diffusi dal Ministero del Lavoro il settore agricolo resta sostanzialmente invariato rispetto allo stesso trimestre del 2014, mentre l’industria registra un incremento di nuove contrattualizzazioni del 6,4% (+7,3% nell’industria in senso stretto e +5% nel comparto delle costruzioni).

Autore

Redazione

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