[LA POSTA ] – Si parla tanto di discriminazione, ma i più discriminati sono gli Over 40

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Pubblichiamo un intervento a firma della Alp Over 40, associazione dei disoccupati over 40 piemontesi che da anni si occupa delle problematiche dei senza lavoro in età matura. Si tratta di una riflessione tanto amara quanto realista, che ci sentiamo di condividere appieno.

Si parla tanto di non discriminare nessuna categoria di cittadini, ci si infervora e ci si scandalizza se vengono discriminati extra-comunitari, i carcerati, i tossicodipendenti, i rom e quant’altro; giustamente perché ognuno ha diritto alla dignità, al riscatto, siamo tutti cittadini. Però si sta verificando una discriminazione (ignorando la condizione e gli sforzi che alcune persone stanno facendo) da parte delle istituzioni, principalmente locali, nei confronti dei disoccupati “âgée” (Over40). Persone che hanno perso il lavoro in età matura e fanno fatica trovare una ricollocazione (quasi impossibile) e che si sforzano di rendersi utili alla comunità, ma che avrebbero necessità di un aiuto dalle istituzioni. Persone che non si appoggiano all’assistenzialismo puro (ormai incancrenito nella società italiana), ma che vogliono dare qualche cosa alla cittadinanza, promuovendo progetti di pubblica utilità in cambio di un contributo che permetta loro di poter sopperire ai bisogni immediati per la sopravvivenza. Ma le istituzioni a partire dalle circoscrizioni sino ad arrivare alla Regione non vogliono considerare la condizione di queste persone che non hanno più il lavoro, non hanno pensione e nessun ammortizzatore sociale (senza togliere nulla ai diritti di carcerati, extra-comunitari etc.), ma che devono pagare le tasse, i servizi, le bollette, gli affitti, i mutui e soprattutto sopravvivere. La nostra Associazione è diversi anni che ha presentato e proposto dei progetti sociali di lavoro accessorio, come quello dell’Operatore Ecologico di Quartiere, alle Circoscrizioni e al Comune di Torino, ma non sono stati mai considerati dalle suddette istituzioni o accolte tiepidamente solo da qualche circoscrizione, e qui di seguito c’è l’esempio lampante di come queste nostre idee vengono utilizzate in maniera diversa, con operatori che non comportano un esborso da parte del Comune (lavoro gratuito, non retribuito).
Quantomeno il Comune di Milano ha adottato questo tipo di progetto istituendo 100 borse lavoro destinate ai disoccupati.
Non ho altro da aggiungere, se non provare profonda delusione perché gli sforzi dell’Associazione si arenano di fronte a dei muri istituzionali incredibili e che la discriminazione che viene condannata e biasimata da tutti i politici, si sia indirizzata verso altre categorie di persone svantaggiate.

Autore

Redazione

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