Riforma pensioni 2015: il punto della situazione

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Si parla ormai da molto, troppo, tempo di una nuova riforma delle pensioni da approvare entro il 2015. La discussione sugli aggiustamenti da apportare all’ultima (disastrosa) riforma che porta la firma dell’ex Ministro del Welfare Elsa Fornero va avanti da mesi, con punti di vista diversi tra Governo, nella persona del Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, ed esponenti dello stesso partito di maggioranza che hanno un ruolo importante nella vicenda, come il Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano. Ora siamo giunti al punto di svolta, con la presentazione alla Camera del Disegno di Legge del Governo.

Le questioni sul tappeto sono molte, ma la principale riguarda la possibilità di anticipare il pensionamento, almeno per una fetta di lavoratori ormai prossimi al congedo. Il punto di scontro, tra Governo, INPS e forze politiche rappresentate nella Commissione Lavoro ora è sul metodo contributivo, proposto dal Presidente dell’INPS Boeri come unica via per aprire la strada del congedo anticipato.

Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro, ha detto in proposito “Siamo contrari al ricalcolo dell’assegno con il contributivo, ipotesi che registra invece diversi consensi nel Governo, accordarsi sulla flessibilità implica altre soluzioni”.

Damiano, e con lui molti altri e gli ambienti vicini ai sindacati, propongono la soluzione cosiddetta “Quota 100”: età minima 62 anni a cui aggiungere 38 anni di contributi, con 63 anni servirebbero invece 37 anni di versamenti e così via (nella formulazione originaria occorrevano 60 anni di età più 40 di contributi).

Per i lavoratori precoci si parla di 41 anni di contribuzione, senza dover aspettare i 62 anni di età per il congedo pensionistico, mentre per ora non viene presa in considerazione la rivalutazione effettiva delle pensioni nonostante la recente sentenza della Corte Costituzionale abbia giudicato illegittimo il blocco delle indicizzazioni deciso dal Governo Monti nel 2011.

Il Decreto Legge approntato dal Governo che approda oggi alla Camera prevede infatti solo un rimborso parziale e progressivo, con percentuali in base agli anni e alla fascia di reddito di appartenenza.

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Redazione

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