[LA POSTA] – Cambiare lavoro: si, ma come?

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Parliamo spesso dell’importanza, in un momento di crisi come l’attuale, della continua attività di monitoraggio delle offerte di lavoro. Sosteniamo, infatti, l’evidente vantaggio di affrontare il difficile percorso della ricerca del lavoro forti di una condizione psicologica favorevole: sintetizzando, cerco lavoro perché aspiro a migliorare la mia attuale situazione e non perché sono costretto a farlo avendo già perso il lavoro. Riprendiamo qui il discorso grazie a una lettera giunta in questi giorni in redazione, sotto forma di commento a uno dei nostri articoli: a scriverci è una trentenne laureata, con un lungo percorso irto di difficoltà alle spalle.

“Gentile Redazione,
ho 32 anni e da ben nove anni lavoro presso uno studio legale. Dopo i primi anni di apprendistato per i quali mi era stato richiesto che io sapessi già fare tutto (sic!) e di corsi formativi neanche a parlarne (perché si sa, l’apprendistato serve a fare risparmiare chi ha già tanti soldi e non certo a far imparare qualcosa!!!) per ben otto anni il mio livello è rimasto il più basso sul mercato. Preciso di lavorare oltre le otto ore giornaliere senza percepire straordinari di nessun genere e senza raggiungere neanche 1000 euro al mese (ripeto dopo nove anni di lavoro). Stipendio che arriva nelle mie mani con settimane di ritardo e pure con assegno!
Passo 15 ore fuori casa perché il mio capo vuole che la segretaria rimanga in ufficio fino alle 19.30 con una pausa molto lunga. Insomma credo di aver dato tutto quello che potevo ed anche di più, pur non avendo uno stipendio adeguato, niente ticket restaurant (sia mai!) ed un orario indecente. Ma per il lavoro si fa questo ed altro. Uso tutto il giorno delle cuffie e da qui dei bei danni irreversibili all’udito. Ma sapete qual è la cosa bella? Io ho bisogno di lavorare e mi aggrappo fermamente ad un lavoro con condizioni economico-umane disastrose, mentre il mio capo apre la sezione annunci e si trova subito un’altra persona bella pronta a lavorare al mio posto.
Ed ecco che la carriera che si sperava di fare finisce nella spazzatura e viene sostituita dalle tenebre della disoccupazione. Mentre al posto dell’efficiente segretaria tanto amata e stimata arriva una bella raccomandata che fa la metà del lavoro e prende magari pure di più ma tanto chi se ne frega! Nessuno ti può mandare via senza giusta causa, ma a renderti la vita lavorativa un incubo sono capaci in tanti!
A tutte le persone nelle mie condizioni: non rimanete a lungo nel posto sbagliato e con il capo sbagliato; fate corsi, stage, cercate di entrate nelle aziende grandi da subito perché purtroppo nel privato spesso e malvolentieri tutto quello che si fa non serve a nulla e noi segretarie ‘anziane’ ce ne rendiamo conto sempre troppo tardi. Quando a 32 anni non ci possiamo permettere né casa né macchina…Ora come si fa ad entrare in banca dove ti prendono solo se hai meno di 26 anni? Ragazze datevi da fare. Buona fortuna a tutte di cuore.”
Lettera firmata

Osare, anche in momenti difficili come questo, e non aspettare che sia troppo tardi era quindi il “succo” dell’intervento. Ecco che cosa ci ha invece  scritto poco dopo Veronica:

“Lo so bene, ho 23 anni e questa precarietà t’investe e anche se cerchi di affrontare e vedere il positivo, di positivo c’e poco contro un muro di gomma! Siamo arrivati ad un punto di non ritorno: anch’io vorrei cambiare lavoro come tante di voi, insoddisfatta di venire sfruttata perché sono giovane e vado avanti a contratti a termine. So fare tutto e niente, perché ho fatto tanti lavori ma non mi specializzo in niente. Se anni indietro c’erano aziende disposte a crescerti professionalmente oggi non ti danno la possibilità perche non hai esperienza: troppo facile non voler insegnare niente e avere tutto pronto, e se la persona è in là con gli anni ma con tanta esperienza è troppo vecchia!
Ma dove arriveremo?
Mi ritengo una ragazza in gamba, umile che ha voglia di apprendere un lavoro che mi permetta di farmi una famiglia, ma a noi giovani non è permesso: ora che inizi a lavorare a tempo indeterminato avrai 30/35 anni se va bene e dopo? Beh, dopo hai il tempo che corre per fare bambini e comprarti la casa… Come si fa? Dicono che i giovani non fanno niente, forse è vero, chissà, forse ci siamo arresi perche a noi non ci ascolta nessuno.
I politici sono intenti a far soldi non gliene frega se fatichi a fine mese o se la gente non può andare in pensione e lavora fino ad arrivare alla frutta! Vorrei che ci fosse piu’ umanità ma vedo solo che ognuno pensa solo a se. Vorrei fare la segretaria, ho tanta voglia di apprendere e di mettermi a posto, ma non c’è nessuno che crede né nei giovani né nelle persone con tanta esperienza, che meriterebbero di andare in pensione dopo una vita di sacrifici. Concludo dicendo che bisogna sperare, io penso sempre che la ruota gira e chissà che un giorno giri giusta anche per noi..Non bisogna mai mollare! Un abbraccio!”
Veronica

Fa piacere leggere parole positive da una ragazza così giovane e soprattutto in questo momento. Certo, vorremmo darvi altrettante notizie positive in merito a rinnovate opportunità di lavoro e maggiori riconoscimenti (almeno economici, visto che sulle tutele si è praticamente cancellato tutto) anche per chi lavora con contratti “precari”. Purtroppo nulla di nuovo su questo fronte, ma noi continuiamo la nostra battaglia al vostro fianco, fiduciosi anche noi che dopo l’ennesima riforma del mercato del lavoro le cose possano prima o poi cambiare davvero in questo paese.

Autore

Redazione

La redazione di Lavoro e Carriere è composta da un team di web editor sempre aggiornati sui temi del mercato del lavoro e della formazione professionale.

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